Questo libro è un po’ una collezione di punti interrogativi, prima di tutto ma non solo quando accenno cose scientifiche: il tempo, lo spazio, i misteri delle “scorciatoie” cosmiche. O se per raggiungere il lontano-lontano servirà il “lungo sonno”. In questi argomenti non conto, tuttavia, che (forse) su sparse particelle di sapere. Per via invece del mestiere che ho fatto, sono meno a disagio nelle cose dell’economia. E nelle cose della politica, sebbene si debba riconoscere che in questa materia grava molto poco l’onere scientifico delle “necessarie dimostrazioni”. E quindi è facile che nel “pontificare” di politica si finisca col riparare nel diritto alle “libere opinioni”, per affermare anche le più grossolane sciocchezze. Ma per i profani lo stesso rischio c’è – anzi, peggiore – in ambito scientifico. Da profano, perciò, molte delle domande qui formulate potranno essere mal pensate o mal poste. Intenzione mia era però una metafora del “gioco della vita”. E quindi, sì, prendere a prestito briciole di conoscenza scientifica, ma per ragionare di politica e di economia. E ciò con lo scopo di raccontare storie-parabole di “cape fresche” e “cape toste”, di agitatori-agitati quali un tempo furono; e di “anime” animali; e di aforismi, destino e cubi colorati. E storie, infine, di “umano-pappici”, gente “figlia di Dèi Minori” che molto avrebbe voluto “spertosare” il mondo nostro, tanto mal combinato. Singolare esito di una creazione alla cui origine – dicono – vi fu un atto d’amore.